Ai piedi del monte Vettore, sul Pian Grande di Castelluccio di Norcia, durante la calda stagione estiva, la natura da vita ad un’opera d’arte indescrivibile….un quadro dai sorprendenti colori che nemmeno il più celebre dei pittori impressionisti sarebbe in grado di dipingere. E’ la famosa Fiorita di Castelluccio di Norcia!
Un’esplosione di colori che vanno dal rosso del papavero, al blu del fiordaliso, al bianco e il giallo delle margherite e all’azzurro delle lenticchie che si mescolano col verde dei prati.
Un panorama incredibile, un arcobaleno di fiori che solo madre natura può regalarci, in una cornice da togliere il fiato come l’altopiano che sta ai piedi del monte Vettore nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Uno spettacolo che si può vedere solo in estate, è infatti tra metà giugno e i primi di luglio che si può assistere al culmine dell’esplosione dei colori.

La Fiorita di Castelluccio: diario di una giornata a spasso tra i colori
Sembra che quest’anno la Fiorita di Castelluccio di Norcia sia spettacolare, una delle più belle e durature di sempre, complice il clima favorevole dei giorni scorsi che l’ha resa così straordinariamente bella tanto da richiamare migliaia di visitatori. Moltissime le macchine e i camper in coda per la strada che porta a Castelluccio, i media non fanno che parlarne.
Anche noi decidiamo di visitarla, perché indovinate un po’, non l’abbiamo mai vista. Conosciamo molto bene Castelluccio di Norcia, ci siamo già stati più volte, in estate e in inverno, ma mai durante la Fiorita.
Che grande errore…e cosa ci siamo persi!
Partiamo di buon’ora perché non vogliamo rimanere bloccati nel traffico. La nostra scelta si rivela azzeccata, dietro di noi fiumi di macchine che stanno arrivando. I lavori sulla strada non aiutano, ci sono ben 2 semafori che rallentano il percorso. In meno di 2 ore arriviamo nei pressi di Castelluccio. Ci fermiamo per delle foto panoramiche dall’alto. Già si intravedono i colori del Pian Grande ma ancora la spettacolare Fiorita di Castelluccio è troppo lontana affinché possiamo apprezzarla davvero.

Ci avviciniamo più che possiamo e parcheggiamo in un campo libero dove troviamo altre auto. Lungo la strada infatti c’è già una lunga coda di auto ferme in sosta.
Lasciamo la macchina nei pressi della sagoma erbacea del’Italia, un insieme di verdi pini disposti sulla collina a formare la nostra cara Italia. Si possono vedere molto bene Sardegna e Sicilia.

Iniziamo la nostra passeggiata che ci porterà, attraverso un sentiero, dentro il paese di Castelluccio di Norcia, o sarebbe meglio dire verso ciò che ne rimane. Castelluccio, purtroppo, insieme agli altri paesi limitrofi, è stato colpito nell’ottobre 2016 da un violento terremoto che lo ha quasi completamente raso al suolo. Rimane ancora un cumulo di macerie ed è veramente triste vedere che a distanza di tutto questo tempo la situazione non sia per niente migliorata, nulla è stato ricostruito o messo in sicurezza.
Camminiamo in mezzo alla splendida Fiorita, difficile da spiegare a parole l’esplosione dei colori e la tavolozza variopinta che si apre davanti ai nostri occhi. In alcuni punti i colori si mescolano mossi dal vento dando vita ad uno spettacolo senza precedenti, un’onda di colore unica, sembra quasi di vedere un tocco di pennello.

Più si sale verso il paese più il panorama diventa bello e i colori illuminati dal sole sono a dir poco spettacolari. I bambini si divertono a scattare foto e a giocare nei colorati prati, il loro intenso colore cattura e inebria anche i loro animi.

Un inno alla vita magnifico che cozza un po’ con la desolazione del paese di Castelluccio. I suoi abitanti ogni anno si rimboccano le maniche e piantano le famose lenticchie che magicamente fioriscono accompagnate dalle fioriture spontanee di fiordalisi blu e papaveri rossi di straordinaria bellezza. Chiedono ai tanti turisti di non distruggere il prezioso raccolto in quanto già provati dal terribile terremoto. L’agricoltura rimane l’unico sostentamento. Anche il turismo di questi giorni è significativo e li vedi intenti a darsi da fare per accogliere i visitatori.
Appena arriviamo nella piazzetta del paese notiamo che c’è davvero tanta gente. Le botteghe che vendono prodotti tipici e quelle che preparano panini o pasti caldi sono letteralmente prese d’assalto. Entriamo nel paese sperando di trovare meno gente per poter pranzare. Prendiamo un panino al ciauscolo e formaggio e come dessert ordiniamo della ricotta con miele. Questa zona è rinomata per i formaggi e le ricotte, nonché per i legumi come lenticchie e farro.
Poco dopo riscendiamo e continuiamo ad ammirare la bellezza del panorama che ci circonda: campi di grano, prati verdi, margherite, papaveri, violette selvatiche e delle simpatiche arnie decorano i già colorati prati.
Raggiungiamo l’auto che siamo stanchissimi, fa un gran caldo, siamo in piena estate. Ci viene la bella idea di raggiungere delle sorgenti di acqua solfurea poco lontane da qui dove poter fare un bel bagno rinfrescante.
Sorgenti solfuree de Lu vurghe – Acquasanta
Abbiamo letto che ci sono delle sorgenti solfuree all’aperto poco distanti da Castelluccio chiamate Lu Vurghe. Basta proseguire la strada in direzione Arquata del Tronto e in circa mezz’ora le raggiungiamo.

Attraversiamo la desolazione lasciata dal terremoto. Fa veramente tanto effetto vedere piccoli paesini devastati e ancora in macerie. Chiese, case, palazzine completamente distrutte e mai rimesse in piedi. Una chiesa tra tutte mi colpisce, il portone fuori dal suo asse e le panche sottosopra si intravedono dalla strada. Poco più avanti i container che ospitano la popolazione terremotata.
Arriviamo nei pressi del paese di Aquasanta Terme. Il navigatore ci conduce verso un agglomerato di case e ci segnala l’arrivo per Lu Vurghe. Chiediamo spiegazioni ad un chiosco bar che vediamo poco più avanti.
Scendiamo per una ripida stradina sterrata che poi diventa un sentiero e poco dopo lascia spazio a dei gradoni che scendono nel bosco. Eccoci alle fonti solfuree, lo percepiamo dall’odore tipico che si sente.
Si tratta di piccole vasche di acqua tiepida che confluiscono nel fiume Tronto la cui acqua è decisamente più fresca. Il posto è molto carino e completamente immerso nella natura.