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18 giorni on the road per il Venezuela

Girovagare il Venezuela è avventurarsi in un viaggio dal sapore autentico, nascosto e intrigante.
Visitando questo meraviglioso paese del Sud America scoprirete un mondo inaspettato e sarete catturati dalla sua rara bellezza. Ammirerete montagne dalla cima piatta, (tapui), cascate giganti come la cascata più alta del mondo (Salto Angel), animali esotici come le particolarissime scimmie urlatrici o i capibara, praterie infinite e villaggi realizzati sul delta dei fiumi. E in ultimo un mare di incomparabile bellezza, con le sue spettacolari coste caraibiche e l’incantevole arcipelago di Los Roques.
Un viaggio tanto inaspettato quanto di straordinaria bellezza, emozionante e sorprendente dove i colori della natura sono quelli del cuore pulsante della foresta amazzonica.

Quando andare in Venezuela? In Venezuela il clima è caldo tutto l’anno, differenze principali sono rappresentate dalle piogge. Esiste infatti una stagione secca che va da dicembre a metà aprile e una stagione delle piogge che va da fine aprile a metà novembre. Noi decidiamo di andare ad Agosto, sfidando la sorte!

Il nostro viaggio

Questo viaggio arriva dopo aver visto la Malesia, la Thailandia, il Kenya, insomma dopo aver fatto una scorpacciata di natura, animali e foresta. Vorremmo qualcosa che ci possa sorprendere e far scoprire nuovi paesaggi lontani da quelli che abbiamo visto fin ora.
Questa volta è Olindo a proporre la meta, dopo aver sfogliato una rivista sull’argomento (a casa nostra ci sono solo riviste di viaggi!!!). In fondo dopo tanto Oriente e un po’ di Africa il Sud America ci manca!
Ci iniziamo ad informare ma la nostra agenzia viaggi di fiducia non è troppo preparata e ci propone tour da pacchetto, poco interessanti per il viaggio che abbiamo in mente di fare. Quando chiediamo maggiori informazioni ci dicono che è una meta poco richiesta e anche un po’ pericolosa per cui non hanno una grande offerta.
Come sempre avviene la grande risorsa è il web e l’infinità di siti che raccontano esperienze di viaggio. Scoviamo l’agenzia Energy tour. Il titolare è un italiano che si è trasferito in Venezuela e dopo aver fatto per tanti anni la guida ora ha aperto una sua agenzia turistica. Le recensioni sono buone e il fatto che sia italiano ci da fiducia. Lo contattiamo e ci facciamo fare un programma di viaggio. La nostra intenzione è quella di fare un giro interno del Venezuela e poi qualche giorno di relax al mare. L’agenzia ci propone di suddividere il viaggio in tre parti: visiteremo il Parco Nazionale di Canaima dove potremo vedere la famosa cascata del Salto Angel, il delta del fiume Orinico per conoscere le popolazioni locali e ammirare la fauna, ci avventureremo poi per le praterie di Los Llanos e infine 5 giorni in barca a vela navigando per le meravigliose isole di Los Roques. Il programma di viaggio ci piace molto e non vendiamo l’ora di partire.

Voliamo con Lufthansa e quando siamo in aeroporto ci capita, udite, udite, di essere selezionati per l’upgrade in business class, probabilmente lo dobbiamo all’over booking del nostro volo. L’esperienza, chiaramente, è fantastica, veniamo serviti e riveriti durante tutta la traversata.
Il nostro volo arriva a Caracas nel pomeriggio ma ancora non siamo realmente arrivati a destinazione, dobbiamo raggiungere l’aeroporto di Ciudad Bolivar con un volo interno.
Caracas è una città pericolosissima ed è per questo motivo che ci consigliano di non uscire dall’aeroporto per nessuna ragione. Non ce lo facciamo dire due volte e usiamo il tunnel di collegamento interno per raggiungere il gate e i voli nazionali.
Arriviamo a notte fonda, il nostro volo infatti è in forte ritardo, ma qui sembra essere la normalità. La nostra guida ci accompagna alla posada Don Francesco e un po’ la stanchezza e un po’ il fuso orario, cadiamo in profondo sonno.
Il mattino seguente, dopo aver gustato la prima tipica colazione venezuelana a base di uova e tortillas di mais, andiamo in visita alla città di Ciudad Bolivar.


Parco Nazionale di Canaima

Nel pomeriggio ci aspetta il trasferimento per il Parco Nazionale di Canaima a bordo di un piccolo velivolo, molto singolare. Si tratta infatti di un piccolo aereo che trasporta pochissime persone, una ventina al massimo. Mentre siamo in volo possiamo vedere dal finestrino il bellissimo paesaggio, si scorgono infatti gli enormi tapuis e le magnifiche cascate.
Appena arrivati al mini-aeroporto veniamo subito trasferiti alla posada dove passeremo la prima notte. Si tratta di una struttura molto particolare, con tetti in paia. Abbiamo un bungalow molto carino, nel patio c’è anche un’amaca per potersi rilassare. La location della posada è molto suggestiva, sorge direttamente nella laguna di Canaima. Facciamo due passi fino alla spiaggia e siamo subito colpiti dal colore dell’acqua che è rosso. E’ dovuto alla presenza del tannino ed infatti vi è anche un forte odore ferroso. Ci dicono che possiamo farci il bagno ma sinceramente questo colore non ci ispira.


Poco dopo aver pranzato si parte per l’escursione che ci farà raggiungere il salto Sapo. Si tratta di una cascata molto bella che si può attraversare. Partiamo a bordo di una piroga e attraversiamo tutta la laguna di Canaima.
La vista in mezzo alla laguna è fantastica, la natura e la vegetazione sono lussureggianti e vediamo già in lontananza la bellissima cascata alla quale siamo diretti. Scendiamo e raggiungiamo a piedi la prossimità della cascata. In fila indiana la nostra guida ci accompagna in un percorso che ci porterà ad attraversarla. Ci spogliamo e rimaniamo praticamente in costume, ci bagneremo di sciuro! Il percorso è stretto e scivoloso ma l’adrenalina che proviamo non fa che aumentare la bellezza di questa esperienza che è a dir poco fantastica. Ci troviamo all’interno della cascata. L’acqua si infrange nella laguna e noi la possiamo vedere dal suo interno!


Il giorno seguente è il programma la visita alla cascata più alta del mondo: il Salto Angel.
Partiamo al mattino a bordo delle ormai conosciute piroghe e navigando il Rio Churun ci fermiamo per una sosta al Pozo de la Felicidad, un incantevole cascata dove ci possiamo rinfrescare e fare il bagno all’interno della piccola laguna.
Proseguiamo poi con le piroghe fino ad arrivare all’isola Ratoncito. Dobbiamo fare un pezzo di strada a piedi per raggiungere l’accampamento situato sotto la famosa cascata. Camminando possiamo vedere la lussureggiante vegetazione, ci sono palme, piante con fiori colorati e in lontananza scorgiamo i bellissimi tapuis che rendono il paesaggio unico.


Arrivati all’accampamento lasciamo quello che non ci serve e ci incamminiamo attraverso la foresta tropicale. Faremo una camminata di circa 1 ora per raggiungere la vetta e il punto panoramico dove poter osservare più da vicino l’altissima cascata. Durante la passeggiata scopriamo la foresta amazzonica in tutto il suo splendore, possiamo vedere infatti differenti specie di piante e di uccellini.
Raggiungiamo il “mirador Salto Angel” e siamo completamente rapiti dalla mastodontica cascata che si erge davanti ai nostri occhi. Il Santo Angel infatti è alto 1283 metri sul livello del mare ed è considerato un luogo sacro dalla popolazione venezuelana.


Facciamo un po’ di foto e poi riscendiamo per tornare al nostro accampamento, il pomeriggio ormai sta per finire e dobbiamo prendere possesso del nostro “letto”. Eh si perché il programma dell’escursione prevede che dormiremo in un’amaca ai piedi del Salto Angel. Questo ci permetterà di vedere, al risveglio, la montagna e la cascata del Salto Angel con la luce dell’alba.
L’accampamento altro non è che una baracca dove ci sono una serie di amache disposte per la notte e un tavolo dove ceneremo prima che faccia buio. Per poterci lavare possiamo scegliere se usare il bagno di fortuna presente nell’accampamento oppure andare direttamente al fiume.
La situazione è molto spartana ma rende il tutto emozionante e unico.
Per la notte ci consegnano delle coperte decisamente impolverate, mentre noi, che siamo stati previdenti, scegliamo di coprirci prima con i nostri teli da mare e poi le loro coperte. Dormire in mezzo alla foresta amazzonica, coi suoi rumori e con la sola luce della torcia è emozionante e vale la pena di privarsi di qualche confort per vivere questa esperienza.


La mattina seguente ci svegliamo con la luce del sole….cioè svegliarsi significherebbe aver dormito, in realtà abbiamo appena sonnecchiato. La cascata è leggermente avvolta nella nebbia mattutina e mano a mano che il sole sorge si schiarisce anche la vetta, le nuvole abbandonano la cima e la visione è semplicemente fantastica.


Poco dopo aver fatto colazione ripartiamo a bordo delle piroghe per tornare a Canaima. Durante il tragitto incontriamo un brutto temporale e ci bagnamo tutti. In alcuni punti del fiume essendo l’acqua molto bassa abbiamo quasi la percezione che l’imbarcazione stia per rovesciarsi ma per fortuna è solo una sensazione. Poco dopo torna il cocente sole estivo e in un batter d’occhio siamo già asciutti, il bello del clima tropicale!
Poco dopo pranzo ci aspetta il volo interno per tornare a Ciudad Bolivar. Arriviamo nel tardo pomeriggio al lodge San Andreas, dove pernotteremo per visitare il Delta dell’Orinoco.

Delta dell’Orinoco

Appena arrivati ci consegnano le chiavi del nostro bungalow, fuori nel giardino antistante ci sono piccole tartarughe dal muso verde e arancione che passeggiano beate. All’interno la stanza lascia un po’ a desiderare, è molto essenziale e ci sono anche degli ospiti inattesi. Nella doccia infatti sentiamo gracidare delle rane. Dopo averlo segnalato vengono prontamente rimosse ma ci spiegano che in un ambiente simile può essere normale trovarle. La cosa non ci piace molto ma non possiamo fare diversamente. Ceniamo al lodge e gustiamo un eccezionale carne alla griglia.


Il mattino seguente, dopo colazione, partiamo per la nostra escursione che ci porterà a visitare il famoso Delta dell’Orinoco. Arriviamo al porticciolo Indio dove ci imbarchiamo e iniziamo ad esplorare canali e dedali di fiumiciattoli che costituiscono il Delta. Il Delta dell’Orinoco è uno dei più grandi delta fluviali al mondo, la sua superficie infatti ricopre circa 30.000 km2. L’area è ricoperta da foreste miste dove crescono vari tipi di palme e mangrovie. Possiamo vedere come le popolazioni locali vivano a ridosso del fiume, integrate con l’eco-sistema, all’interno delle palafitte. Si tratta delle tribù Waraos che niente hanno a che fare con la popolazione venezuelana. Vivono prevalentemente di pesca, caccia e di artigianato che vendono poi ai turisti che li visitano.
Il paesaggio è estremamente suggestivo e ricco di fauna, mentre siamo a bordo dell’imbarcazione notiamo tra gli alberi coloratissimi pappagalli ed altri uccellini dalla forma e colore davvero particolare. Poco più avanti vediamo anche le famose scimmie urlatrici ed alcuni coccodrilli nella riva del fiume.


Poco dopo raggiungiamo un accampamento, “Orinoco Eco Camp”, dove l’imbarcazione si ferma per farci conoscere alcuni componenti della tribù degli Waraos. Scendiamo e veniamo subito colpiti dallo stato di degrado in cui vivono. Enormi pentoloni stanno bollendo su di un vivace fuoco, saremo loro ospiti per pranzo. Sotto la tavola vi è una bambina graziosissima che gioca con un curioso capibara, quasi fosse un cane.
Nel pomeriggio facciamo ancora un giro nei canali del Delta e proviamo l’ebrezza della pesca al pirana. E’ la prima volta che vedo questo tipo di pesce, ha dei colori bellissimi, con la pancia rossa e il dorso grigio.
Rientriamo al lodge per cena contenti dell’esperienza appena vissuta.


L’indomani partiamo per l’ultima parte del nostro viaggio all’interno del Venezuela.
Raggiungeremo le praterie di Los Llanos e per farlo dobbiamo prendere ancora un volo interno.
Partiamo molto presto e affrontiamo parte del trasferimento a bordo di un particolare traghetto che ci da la possibilità di vedere scene di vita quotidiana che si svolgono lungo il fiume.


Poi a bordo di un fuoristrada arriviamo all’aeroporto per il trasferimento.
Dopo il volo, siamo affidati ad un tassista spericolato che ci fa imprecare e pregare per tutto il viaggio sperando di arrivare a destinazione il prima possibile sani e salvi.

Los Llanos

Attraversiamo in taxi zone sperdute dell’entroterra e iniziamo a vedere che il paesaggio sta cambiando. Ci dirigiamo infatti nelle leggendarie vaste praterie venezuelane. Terre sconfinate e selvagge popolate da grandi allevatori e cowboy. Il paesaggio è di un verde vivacissimo e quando arriviamo nei pressi del nostro ranch troviamo ad attenderci all’ingresso gruppi di capibara grandi come cani di taglia gigante. Non avevo mai visto roditori tanto enormi.
Il ranch di cui siamo ospiti è Hato Cedral, di proprietà del governo venezuelano. La nostra stanza è molto ma molto spartana, i materassi sono praticamente appoggiati nel cemento a terra e nel muro ci sono formiche che camminano in fila indiana grandi quanto delle noccioline. Il momento del pranzo e della cena viene segnalato dal suono di una campana posta fuori dall’area ristorante. Sembra di essere in caserma! Fuori il giardino però è molto curato e vi è anche una piscina nella quale ci guardiamo bene dal fare il bagno. L’area del ranch è tutta recintata, fuori infatti ci sono animali pericolosi che non devono entrare.


Abbiamo scelto di visitare Los Llanos perché offre pianure sterminate dove si può vedere una fauna selvatica magnificamente diversificata che comprende anche innumerevoli specie di uccelli. Si parte al mattino molto presto e a bordo di una particolare jeep adibita al trasporto di più persone  si inizia il safari fotografico.
Possiamo vedere uccelli, in gran parte acquatici, ibis scarlatti, molteplici specie di mammiferi come capibara giganti, armadilli, opossum, tapiri, daini, volpi, anaconde e caimani.
Caimani e capibara sono senza dubbio gli animali più frequenti in questa zona.


Molto spesso le escursioni avvengono anche in barca, ci sono infatti animali che vivono lungo il fiume che così si possono osservare meglio. Durante questa escursione è possibile effettuare anche la pesca al pirana che per noi non è una novità. Si cerca di vedere da vicino i caimani, che vengono attratti dalle guide attraverso delle esche in carne. Quando si avvicinano alla barca fanno davvero paura, sono silenziosi ed enormi.
Al rientro, in barca, possiamo ammirare il tramonto, il colore del cielo dipinto dal sole che cala si fonde con le acque paludose.


Il ranch organizza anche escursioni notturne durante le quali si ha la possibilità di vedere gli animali notturni tipici di questa zona. Decidiamo di provare anche noi e durante la nostra uscita riusciamo a vedere un orso formichiere e un giaguaro. L’esperienza è incredibile.
Trascorriamo a Los Llanos 3 giorni fatti di escursioni al mattino e al pomeriggio in barca oppure in jeep. Siamo entusiasti, ogni giorno riusciamo a vedere animali e paesaggi sempre diversi.

Terminata questa esperienza ci aspetta il fantastico arcipelago di Los Roques. Prepariamo in nostri bagagli e ripartiamo con direzione Caracas. Da li infatti prenderemo il volo diretto al mare. Per leggere il mio racconto del soggiorno a Los Roques in barca a vela clicca qui.